Daniele Capobianco, sindaco farmacista (1853-55)

 

Daniele nacque nel 1811 circa in Capua da Alessandro e Olimpia Farina, appartenente ad una famiglia agiata di provenienza capuana. Il fratello Biagio, negoziante, fu decurione negli anni dal 1844 al 1846 e dal 1853 al 1856; il fratello maggiore Raffaele era parroco e poi arciprete di San Prisco (nel periodo 1837-1846).

 

Nel settembre 1846 Daniele fu inserito nella lista degli eleggibili perché esercitava la professione di farmacista.

In seguito fu inserito nella terna per sindaco nell’aprile del 1850, insieme a Francesco Rubino e ad Antonio Mincione. In questa occasione il giudice regio di Santa Maria di Capua, interpellato dall’intendente, segnalò come preferibile il Rubino e l’intendente ratificò tale scelta nominandolo sindaco.

Il Capobianco, ritenuto un giovane valido, fu inserito poi nella terna per secondo eletto, insieme a Giuseppe di Monaco e Leopoldo Sanzò del fu Antonio. Fu prescelto come secondo eletto e prese possesso della carica l’11 marzo del 1851.

 

 

Nel luglio del 1851 chiese di essere sostituito da un decurione perché svolgeva ormai le funzioni di sindaco, dopo la rimozione definitiva del sindaco Francesco Rubino (sospeso dal mese di maggio dello stesso anno).

L’anno seguente, nel mese di giugno 1852, si lamentò con l’intendente per le continue assenze del primo eletto Vincenzo Palmieri. In effetti egli si trovò spesso a ricoprire le funzioni di secondo eletto, sindaco e primo eletto.

 

Il Decurionato, riconoscendo il suo impegno e la sua validità, nell’agosto del 1852 si espresse a favore di una sua riconferma (nell’occasione i voti a favore furono dieci e uno contrario). Nella terna erano compresi anche Giovan Giuseppe de Paulis e Pascale Palmiero del fu Antonio.

L’ispettore di Polizia di Santa Maria di Capua, interpellato dall’intendente, affermò che era da preferire il Capobianco. Seguì dunque la nomina a sindaco dell’intendente il 28 marzo. Daniele prese possesso della carica il 9 marzo 1853, data del suo verbale di giuramento.

Il fratello Biagio fu nominato nuovamente decurione il 31 marzo del medesimo anno al posto di Prisco di Monaco. Verso la fine dell’anno però il nuovo sindaco chiese di sostituire Biagio come decurione perché impegnato da circa un mese ai Dazi indiretti.

 Nell’aprile del 1853 si preoccupò di far «tompagnare» il macello comunale situato fuori l’abitato perché inutilizzato ed adoperato giorno e notte come «lupanare», ovvero luogo di attività di prostitute, con grande scandalo della popolazione.

Nel medesimo anno fece continuare i lavori alle cappelle del Camposanto comunale e si adoperò per far redigere perizie per interventi alla Chiesa madre e a quella di S. Maria di Costantinopoli.

Per problemi di fondi si attuarono gli interventi alla Chiesa di S. Maria di Costantinopoli, che erano meno ingenti. Per gli interventi alla Chiesa madre si chiese all’arcivescovo capuano Cosenza, ma questi rispose che il Comune avrebbe dovuto provvedere in autonomia.

 

Nel’agosto del 1855 il Decurionato votò a favore di  una riconferma come sindaco del Capobianco per «onestà, zelo, e attaccamento alla carica». Nella nuova terna vi erano anche: Francesco di Monaco e Vincenzo Palmiero. L’ispettore di polizia di Santa Maria di Capua, a cui l’intendente chiese il parere, si espresse nuovamente per una riconferma del sindaco in carica.

Nel medesimo tempo giunsero presso l’Intendenza vari ricorsi contro il Capobianco per aver reintrodotto la gabella sul vino e per vari adempimenti degli ordini dell’intendente riguardo il morbo del colera.

L’intendente, viste le proposte di molti cittadini di San Prisco, nominò sindaco, fuori terna, Saverio Cipriano del fu Domenico.

 

Il Capobianco nel mese di luglio del 1858 fu proposto decurione dal sindaco Cipriano e la sua nomina fu approvata nel medesimo mese.

 

   Agli inizi del 1859 il sindaco Pasquale di Monaco lo propose come deputato alle opere pubbliche comunali e la sua nomina fu subito approvata.

    Infine il Capobianco morì in San Prisco il 6 agosto 1891.

 

Lettera del sindaco Daniele Capobianco all’intendente

 

Note

Archivio di Stato di Caserta (AS Ce), Intendenza, Affari comunali, bb. 208-215.

AS Ce, Intendenza, Personale comunale, b. 347.

 

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