Geronimo Mincione, sindaco farmacista

GERONIMO MINCIONE, SINDACO FARMACISTA (1768-1837)

 

Farmacista appartenente da una famiglia agiata locale fu decurione dal 1808 e sindaco nel 1810; impegnato per diversi anni nell’amministrazione civile locale.

 

Geronimo (anche Girolamo) nacque nel 1768 circa in San Prisco da una famiglia agiata locale, la cui presenza in loco è attestata già a partire dagli inizi del XVI secolo, molto attiva nell’amministrazione civile locale. Nel 1637 un Geronimo Mincione, probabilmente suo antenato, era decurione dell’Università. Il padre Prisco era stato eletto dell’Università nel 1774 e decurione negli anni successivi.

 

Geronimo era ‘speziale di medicina’, ovvero farmacista e aveva una rendita imponibile di 19,60 ducati derivante dalla propria casa d’abitazione. Fu molto impegnato nell’amministrazione civile: dal 1808 come decurione, sindaco nell’anno 1810, primo eletto nel 1816, nuovamente decurione e deputato ai lavori pubblici comunali.

 

Svolse la carica di primo eletto nell’anno 1816 e in tale veste propose per il Comune di ricorrere ad un prestito forzoso per andare incontro alle pressanti richieste di cittadini del pagamento delle somministrazioni fornite alle truppe austriache. L’intendente in questa occasione vietò espressamente al Comune di contrarre debiti e di introdurre nuove tasse.

 

Nel 1821 fu proposto nella terna per sindaco insieme a Cesare Boccardi e Francesco Rubino (ricevette dai decurioni 7 voti favorevoli e 1 contrario). La terna non fu accettata dall’Intendenza e dopo varie comunicazioni l’intendente fece nominare Alessandro de Paulis fuori terna.

 

Egli non possedeva altri beni immobili, oltre la sua abitazione, ma la sua posizione sociale agiata era dovuta sia alla sua attività di farmacista che a quella di concessione di diversi mutui con interessi medio alti.

 

Nel dicembre del 1821 concesse un mutuo di 500 ducati a Venanzio Giaquinto di Casolla di Caserta, da restituire in 4 anni con l’interesse del 10%.

 

Fu sostituito come decurione nel 1822 da Pasquale di Monaco dopo 14 anni di attività comunale.

 

Il Mincione nel giugno del 1824 concesse un nuovo mutuo al predetto Giaquinto di 1000 ducati, da restituire in 4 anni con l’interesse del 9 ¼ %. Non sappiamo se tale attività di concessione di prestiti era svolta da Geronimo per proprio conto o fungesse soltanto da prestanome perché francamente le somme concesse al Giaquinto erano senz’altro superiori alla sua portata.

 

Riproposto nella terna per sindaco nel 1825 con Cesare Boccardi e Antonio Sanzò; in questa occasione l’intendente chiese le informazioni di rito al giudice regio Giannattasio. Questi a proposito del Mincione affermò: «di buona morale e di talenti equivalenti alla sua professione di chimico», riguardo alla politica affermò quanto detto per il Sanzò, ovvero che fu «forzato ad aderire alla Carboneria.» L’intendente, pertanto, seguendo le indicazioni del giudice, pose in carica Cesare Boccardi.

 

Nel 1828 fu proposto nella terna per cassiere comunale; in tale circostanza l’intendente chiese informazioni del caso al consigliere provinciale Pasquale Ciccarelli di Santa Maria di Capua. Questi affermò che il farmacista Mincione era il più istruito e aveva maggiori abilità, rispetto agli altri due proposti, ma che in materia politica «soffre degli acciacchi.»

 

In occasione del rinnovo delle cariche comunali nel 1831 fu riproposto nella terna per sindaco, ma questa volta, prima ancora che si richiedessero le informazioni da parte dell’Intendenza, inviò una sua lettera di rinuncia alla carica per motivi di salute (era affetto di podagra) e per la sua professione di farmacista, alla quale non poteva rinunciare per motivi familiari.

 

Nel corso del 1832 fu rinominato decurione su proposta del consigliere provinciale Francesco Santorio di Casanova.

 

Geronimo fu sostituito come decurione nel 1836 da Luigi Marotta su proposta del giudice regio di Santa Maria di Capua.

 

Infine il Mincione morì nella sua abitazione nell’anno 1837.

 

 

 

 

FONTI E BIBLIOGRAFIA

 

Archivio di Stato di Caserta (AS Ce), Intendenza borbonica, Affari Comunali, bb. 201-207.

AS Ce, Intendenza borbonica, Personale comunale, b, 346.

AS Ce, Stato Civile, San Prisco, atti di morte, 1836.

AS Ce, Notai, Atti del notaio Pietro di Monaco, aa. 1821 e 1824.

 

L. RUSSO, San Prisco agli inizi del XIX secolo, Caserta 2000.

L. RUSSO, San Prisco nel Settecento, Capua 2009.

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