Alessandro de Paulis, sindaco medico (1822-25)
Appartenente ad una famiglia benestante, fu sindaco e poi decurione. Laureato in medicina non esercitò la professione. Fu personaggio discusso e per certi versi enigmatico.
Nacque in San Prisco da Michele e Angela di Caprio studiò dapprima in Capua e poi in Napoli, dove si laureò in Medicina.
Nel 1810 il padre Michele era già morto e la sorella Maddalena sposò l’avvocato Giuseppe di Monaco, figlio del notaio Nicola Maria.
Nel giugno 1821 fu inserito nelle terne per sindaco insieme a Giovan Battista Boccardi e Pasquale de Paulis. Il Boccardi ricevette l’unanimità dei voti dal Decurionato, mentre Alessandro de Paulis ebbe 6 voti di preferenza e uno contrario (di esclusione).
L’intendente chiese informazioni sui ‘ternati’ e un parere all’arcivescovo Baldassarre Mormile, che affermò che le personalità prescelte avevano tutte i requisiti morali e politici per svolgere la carica, ma indicò come preferibile il Boccardi.
Nel medesimo mese di giugno arrivò la rinuncia di Giovan Battista Boccardi ad esercitare la carica di sindaco.
Il Decurionato formò allora una seconda terna, nella quale fu inserito Cesare Boccardi, figlio di Giovan Battista, Francesco de Paulis, già decurione e Geronimo Mincione.
Cesare Boccardi, come aveva già fatto il padre Giovan Battista, scrisse all’intendente per essere esonerato dalla carica di sindaco per le seguenti motivazioni: non aveva l’età prescritta, non era inserito nella lista degli eleggibili ed era figlio di famiglia.
Anche la seconda terna fu rigettata dall’Intendenza e il Consiglio d’Intendenza propose la nomina del sindaco fuori terna. L’intendente a questo punto prescelse Francesco de Angelis, una persona di esperienza che aveva già svolto tale carica in passato, e chiese al Ministero degli Affari Interni l’autorizzazione per tale nomina.
Tutto sembrava far credere che sarebbe stata confermata la nomina del de Angelis, ma non si sa come e cosa dovette intervenire nel frattempo perché agli inizi del 1822 l’intendente comunicò al Comune la nomina a sindaco di Alessandro de Paulis.
Nel dicembre 1824 il de Paulis entrò in conflitto con il Decurionato e in occasione della formazione delle terne per il rinnovo degli amministratori locali tentò in tutti i modi di ritardare tali operazioni adducendo varie scuse. Vi furono alcuni ricorsi di cittadini all’intendente (fra i firmatari vi era anche il cognato Giuseppe di Monaco) e poi anche al Ministero degli Interni.
Il sindaco, sicuramente appoggiato nell’ambito del Consiglio d’Intendenza riuscì a tergiversare per mesi sostenendo di non riuscire a riunire il Decurionato finché giunse una lettera del ministro degli Affari Interni Amati nel luglio del 1825, che rispondeva ai ricorsi dei cittadini e invitava il sindaco ad ottemperare agli ordini dell’intendente. Quest’ultimo scrisse al sindaco dandogli un ultimatum di 5 giorni dalla sua ricezione per riunire i decurioni e avviare il processo di rinnovo delle cariche comunali. Nonostante ciò il de Paulis non ottemperò agli ordini asserendo che erano tutti impegnati nei propri fondi agricoli. Seguirono altri ricorsi all’Intendenza che per smascherare le scuse del sindaco resero pubbliche le attività dei decurioni.
Il Decurionato si riunì finalmente il 7 agosto e furono formate le terne per i nuovi amministratori. Il de Paulis nella comunicazione delle terne non mancò di lanciare accuse ai decurioni per aver inserito nella terna per sindaco l’avvocato Antonio Sansò, ritenuto fondatore della setta carbonara «Perfetta Armonia», e in quella per cassiere Antonio di Monaco, figlio del notaio Nicola Maria, (cognato di sua sorella Maddalena), che non era inserito nella lista degli eleggibili ed era figlio di famiglia.
Nel novembre del 1827 Alessandro de Paulis fu nominato decurione al posto di Giovan Battista Boccardi.
Nel marzo del 1828 il sindaco Domenico Cipriano informò l’intendente di aver escluso dalla lista degli eleggibili Alessandro de Paulis perché non aveva rendite nel Catasto Provvisorio, per non aver esibito il titolo della laurea in Medicina ed aveva deciso di non essere più incluso fra i decurioni e nella lista degli eleggibili. Il sindaco arrivò a chiedere l’autorizzazione per la sostituzione come decurione. Nella lettera del Cipriano vi era comunque un’eccessiva animosità nei confronti del de Paulis.
Quest’ultimo ricorse all’intendente per essere stato omesso dalla lista degli eleggibili, nonostante avesse una rendita nel Catasto Provvisorio di 101,10 ducati e possedesse una laurea in Medicina.
L’intendente chiese spiegazioni al sindaco per l’esclusione e la risposta del Cipriano non si fece attendere e fu molto ‘colorita’, definendo il decurione Alessandro de Paulis un ‘immaginario dottore’, infatti, egli non aveva esercitata la professione di medico da circa 20 anni. Nel 1814, su richiesta della Regia Università di Napoli, gli fu chiesto di pagare i diritti protomedicali e questi comunicò al cancelliere che non aveva mai esercitata la professione né voleva esercitarla. In tale occasione ripeté la falsa attestazione sulla questione della possidenza nel Catasto Provvisorio per giustificare l’esclusione dagli eleggibili.
La questione fu poi affrontata dal Consiglio di Intendenza che fu dell’avviso di includere il de Paulis nella lista degli eleggibili.
L’astio fra i due medici di San Prisco continuò ancora perché vi fu nel settembre del medesimo anno un ricorso all’intendente contro la condotta politica e morale del sindaco Domenico Cipriano e fra i ricorrenti vi era il de Paulis. Il Cipriano fu accusato di essere «insidioso e capriccioso, che avendo anche la condotta medica non visitava più gli infermi, perché fu settario col grado di oratore nella vendita sotto la denominazione di ‘Torre fiorita’».
Infine il de Paulis fu sostituito da Salvatore di Monaco come decurione nel marzo del 1831.
NOTE:
Archivio di Stato di Caserta (AS Ce), Intendenza borbonica, Affari comunali, bb. 32, 33, 34 e 36.
AS Ce, Intendenza borbonica, Personale comunale, b. 346.
AS Ce, Stato Civile, San Prisco, registri di matrimonio, a. 1810.
L. Russo, San Prisco agli inizi del XIX secolo, Caserta 2000.