FRANCESCO RUBINO, SINDACO AGRIMENSORE (1851)

Personaggio singolare appartenente ad una famiglia di periti e di agrimensori che lavorarono in San Prisco e in altri comuni capuani.

Il padre Andrea fu anche eletto dell’Università negli anni 1786 e 1787 e successivamente decurione del Comune.

Il nonno Nicola, anch’egli agrimensore e ‘tavolario’, nativo di Capua, ma abitante in San Prisco fu appaltatore dei maggiori lavori nel casale (si ricordano il rifacimento della Chiesa arcipretale, attuato con Antonio Tramunto negli anni 1759-78, e i lavori di restauro della Chiesa di S. Maria di Costantinopoli nel 1789).

 

Francesco nacque nel 1799 circa e visse sempre in San Prisco seguendo le orme del padre come agrimensore e perito soprattutto nel territorio comunale.

 

Nel 1820 fu prescelto come aiuto del cancelliere Pietro di Monaco, riuscì ad ottenere la nomina, ma chiese di essere sostituito perchè il lavoro era troppo e il compenso scarsissimo. Nella sua rinuncia all’incarico ringraziò dell’onore accordatogli, ma asserì di avere la necessità «di procurarsi il suo mantenimento colle sue fatiche.»

 

Nel mese di gennaio 1830 morì il padre Andrea, che era decurione dal 1827 e in questo caso fu rimpiazzato nella carica da Francesco de Angelis.

 

Nel 1836 fu proposto per decurione insieme a Luigi Marotta e Antonio di Monaco, ma in questo caso l’intendente prescelse il Marotta.

Nello stesso periodo fu proposto come secondo eletto, con Michele de Paulis e Prisco di Monaco, ma la scelta allora cadde sul de Paulis.

 

Nel 1840 fu nominato primo eletto, ma a causa del suo lavoro nel mese di luglio del medesimo anno chiese di poter essere sostituito per un mese dal secondo eletto. Gli furono accordati soltanto 20 giorni.

 

Nel 1842 fu nominato deputato alle opere pubbliche comunali e fu attivo in tutti i progetti dei lavori pubblici comunali.

 

Nel 1848 fu nuovamente primo eletto e per poter svolgere il suo lavoro chiese di essere sostituito anche temporaneamente da un decurione. L’intendente non accordò tale proposta, formulata dal Decurionato.

 

Nel 1850 nel rinnovo delle cariche amministrative comunali, dopo varie terne rigettate, fu proposto nella terna per sindaco, insieme ad Antonio Mincione e Daniele Capobianco.

Agli inizi del 1851 fu nominato sindaco dall’intendente, dopo il parere favorevole del giudice regio di Santa Maria di Capua.

Nel corso dell’anno furono appaltati dal Comune i lavori della strada che doveva congiungere il Vicolo del Campanile al Vicolo dei Massari, come dal progetto redatto dall’ingegnere Santillo di Casapulla. Essi furono aggiudicati a Giuseppe e Paduano Imperato, ‘mastri fabbricatori’ di San Prisco con la garanzia di Felice Iannotta. Ma in seguito i lavori erano stati ceduti al sindaco Rubino, facendo redigere un atto pubblico dal notaio Pasquale di Monaco. In questo modo il controllore dei lavori ne divenne anche l’esecutore.

 

Molti cittadini inviarono dei ricorsi al giudice supplente di San Prisco Francesco di Ruggiero e questi scrisse all’intendente per denunciare gli abusi commessi dal Rubino. Essi lo accusarono anche di aver fatto lievitare le spese di diversi lavori pubblici e di aver incassato vari affitti senza registrarli in favore del Comune. Altri lo accusarono di avere una condotta scandalosa con donne nelle cantine locali. Col passare del tempo le accuse crebbero sempre più per vari abusi e per essersi appropriato di denaro del Comune.

Il giudice de Ruggiero, che era anche consigliere distrettuale, propose la sostituzione del sindaco per cautelare il Comune e il suo patrimonio.

Il Rubino tentò di discolparsi attaccando alcuni decurioni e dichiarando che le accuse a suo carico fossero false, ma cadde in molte contraddizioni.

In seguito fu accusato anche di tentativi di violenze a giovani donne e donne sposate abusando della sua autorità. Molte accuse furono confermate e quindi nel mese di luglio del 1851 il Rubino fu rimosso definitivamente dalla carica.

Il secondo eletto Daniele Capobianco fu autorizzato a sostituire il sindaco e rimase in carica fino al 1853.

 

Infine il Rubino morì nella sua abitazione  di via Parito n. 10 il 4 agosto 1875, assistito dalla moglie Gadola Marianna.

 

 

 

NOTE

 

Archivio di Stato di Caserta (AS Ce), Intendenza, Personale comunale, bb. 346, 347 e 348.

 

AS Ce, Intendenza, Affari comunali, bb. 206, 207, 208, 209, 210, 211, 212, 213 e 214.

 

L. Russo, San Prisco agli inizi del XIX secolo, Caserta 2001.

 

L. Russo, San Prisco nel Settecento, Capua 2007.

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